Dott.ssa Margherita BorsaNUTRIZIONISTA NUTRIGENETISTA |
"Quello che è cibo per un uomo, è nocivo per un altro" Tito Lucrezio Caro (98 - 55 a.C.) |
Riassunto della mia relazione al corso "La pratica del digiuno come strategia alimentare" che ho tenuto all'Università Niccolò Cusano di Roma il 24 febbraio 2024 |
Come possiamo ringiovanire le cellule, prevenire i tumori e allungare la durata della vita?
Facendo la “fame”. Si è visto che la fame attiva determinati geni. Solo in presenza di una riduzione dell'apporto calorico infatti, si attivano geni preziosi in grado di aiutarci a prevenire malattie come cancro, diabete e Alzheimer. È a stomaco vuoto che entrano in azione le sirtuine - fondamentali per combattere l'invecchiamento, aumentare l'energia e la resistenza allo stress, le quali sono invece «intorpidite» dalla moderna consuetudine di consumare tre pasti al giorno, che si sia affamati o meno. Quando si attivano le sirtuine, in tutto l’organismo prende avvio la riparazione di tutto il Dna danneggiato. Attivate dalla fame restano silenti e praticamente inutilizzate fino al momento in cui lo stomaco comincia a “brontolare”. Quindi quando abbiamo appetito, le sirtuine sono occupate a passare in rassegna le cellule e riparare quelle danneggiate. Poiché sembra che le anomalie dei geni siano la causa di invecchiamento e degenerazioni cancerogene, limitare l’assunzione di cibo e quindi praticare dei digiuni può fare ringiovanire le cellule e prevenire i tumori. Quando si segue un digiuno, la prima reazione dello stomaco vuoto è la secrezione della motilina, ormone, prodotto dalle cellule del duodeno e della prima porzione del digiuno che previene il reflusso gastro-esofageo e causa la contrazione dello stomaco il quale invia all’intestino il cibo rimasto. Se lo stomaco non ha nulla da inviare all’intestino in reazione alle contrazioni indotte dalla motilina, lo stomaco sentendosi vuoto stimola la produzione della grelina da parte della mucosa gastrica. Questo ormone attiva l’ipotalamo il quale a sua volta induce l’appetito e inibisce la secrezione di insulina. Quando l’organismo ha fame ma non ha nulla da digerire, comincia ad attaccare il grasso viscerale immagazzinato nell’addome per convertirlo in nutrienti. Durante questo processo le cellule adipose secernono l’adiponectina la quale previene l’arteriosclerosi e pulisce il sangue. Questo ormone però viene inibito quando mangiamo spesso, infatti non è molto attivo nelle persone obese. Esistono vari tipi di digiuno: intermittente, la mima digiuno, il digiuno ad un solo pasto al giorno. Digiunare per 5 giorni può contribuire a resettare il sistema immunitario e a rendere più efficace l’azione della chemioterapia. Il digiuno intermittente attiva l’autofagia (lett. mangiare sé stessi) e induce il corpo a mettersi in una modalità di autoriparazione. La dieta 5:2 permette di perdere peso, migliorare la sensibilità all’insulina, può promuovere le facoltà cognitive, ridurre il rischio di patologie cardiache, abbassare i livelli di zucchero nel sangue. Bisogna però ricordare che: "la cosa importante è che il digiuno non sia improvvisato poiché possiamo andare incontro a malnutrizione e che ci si affidi quindi a personale qualificato prima di praticarlo, ricordando che tale pratica non è adatta a tutti". |